Tuesday, January 22, 2008

Frege e l’integrazione della negazione

Frege aggiunge che il pensiero che ne contraddice un altro è il senso di un enunciato dal quale è facilmente costruibile l’enunciato che esprime quest’altro pensiero. Di conseguenza il pensiero che ne contraddice un altro, sembra composto da quest’ultimo e dalla negazione (non intendendo per negazione l’atto di negare). Le parole “composto”, “parti” e così via ci possono però portare fuori strada. Se si vuole parlare di “parti”, non bisogna intendere qualcosa che sia autonomo dalle altre componenti l’intero : il pensiero non ha bisogno di alcuna integrazione per esistere ed è in sé completo mentre la negazione ha bisogno di trovare integrazione in un pensiero. La negazione viene integrata e il pensiero la integra e l’intero viene tenuto insieme da questa integrazione.
Tale esigenza di integrazione si rende riconoscibile a livello enunciativo (dove c’è analogia con il livello del pensiero) con la locuzione “la negazione di…”, la quale esige un completamento.
Ciò ad es. che contraddice il pensiero che (21/20)100 è uguale a 10√1021 è il pensiero che (21/20)100 non è uguale a 10√1021 . Si può anche dire “Il pensiero che (21/20)100 non è uguale a 10√1021 è la negazione del pensiero che (21/20)100 è uguale a 10√1021”. Quest’ultima espressione, dopo il penultimo “è” , lascia intravedere la composizione del pensiero a partire da una parte che necessita di integrazione e da una parte che integra la prima. La negazione dovrà essere usata con l’articolo determinativo (tipo “La negazione del pensiero che tre è maggiore di cinque”) in modo che l’espressione designi un individuo determinato che è in questo caso un pensiero. L’articolo determinativo rende l’intera espressione un termine singolare, il rappresentante di un nome proprio.


Frege dice giustamente che la negazione ha bisogno di un pensiero da negare (deve cioè presupporre che il contenuto del pensiero sia un oggetto o uno stato di cose esistente ad un livello ontologico meno basico di quello interessato dalla negazione), anche se invece una proposizione negativa è formata dall’insieme della negazione e della proposizione negata. La negazione è un funtore, mentre la proposizione negativa è una funzione (proposizione molecolare formata da una proposizione e da un funtore) che in quanto tale è anch’essa completa, tanto da essere considerabile un oggetto metalinguistico (ontologicamente il mondo possibile in cui non-p, fisicamente il mondo possibile in cui non-p e tutte le proposizioni equivalenti a non-p).
L’articolo determinativo in “La negazione del pensiero che tre è maggiore di cinque” rende giustamente tale proposizione negativa un oggetto, ma se sono possibili due alternative al pensiero che tre è maggiore di cinque (che sia uguale a cinque e che sia minore di cinque), sono anche possibili due negazioni di “tre è uguale a cinque” ?

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