Thursday, February 02, 2006

Twardowski e i nomi

Più prudentemente di altri Twardowski parla di analogia tra pensiero e linguaggio, ma non di completo isomorfismo. A tal proposito dice il filosofo polacco, Mill distingue tra cose e rappresentazioni, così come egli distingue tra oggetti e contenuti della rappresentazione.
Mill infatti intenderebbe con "rappresentazione" solo il contenuto e non l'atto di rappresentazione. Sulla scia di Mill Twardowski dice che il nome, nominando una cosa, comunica una rappresentazione: i nomi sono lo stesso che i segni categorematici, cioè i segni che non sono semplicemente co-significanti, ma che tuttavia di per sè non costituiscono l'espressione completa di un giudizio, ma appunto solo l'espressione di una rappresentazione.
Come per Boole, un nome deve destare un determinato contenuto di rappresentazione, ma il significato di un nome non è solo la rappresentazione che induce nel ricevente, ma anche il fatto che l'emittente ha questa rappresentazione. Per Twardowski il significato è un contenuto mentale evocato nell'emittente e nel ricevente, ma al tempo stesso il nome può anche designare oggetti. Perciò si deve distinguere le diverse funzioni di un nome :
  • rendere noto un'atto di rappresentazione in chi parla
  • destare un contenuto mentale in chi ascolta
  • designare un oggetto

Che considerazioni si possono fare su questa tesi?

Mentre Mill considera le rappresentazioni obiettivandole e slegando realisticamente cose e rappresentazioni, Twardowski ha un atteggiamento più ambiguamente idealistico, giacchè per lui l'oggetto è sempre l'oggetto di una rappresentazione. Inoltre perchè per Mill "rappresentazione" non include l'atto della rappresentazione? Tali atti non sono obiettivabili? Inoltre più di rappresentazione psicologica non è il caso di parlare di "senso logico"? E ancora pèer Twardowski i predicati sono (come forse in Frege) sincategorematici? E poi una rappresentazione non costituisce l'espressione di un giudizio? E l'espressione di un giudizio e quella di una rappresentazione non sono lo stesso? Nell'espressione di un giudizio si può distinguere quello che il giudizio ha più di una rappresentazione? E cosa distingue un'espressione da una rappresentazione? Cos'è un'espressione?

Inoltre dicendo che il significato di un'espressione sia anche il fatto che l'emittente abbia una rappresentazione la tesi di Twardowski non tiene conto del test di Turing e della possibilità che l'emittente sia una macchina. Inoltre il contenuto mentale è davvero riducibile ad una rappresentazione? O ha una struttura logica irriducibile a quest' ultima? E ancora la designazione si ha attraverso il significato o indipendentemente da esso?

Labels: , , , , , , , , , , , ,

0 Comments:

Post a Comment

<< Home