Friday, April 27, 2007

Determinazioni modali, dignitativi e desiderativi in Meinong

Meinong poi a proposito degli obiettivi e degli altri tipi di oggetti, dice che
  • La peculiarità dell'essere (e dell'obiettivo) nel senso più ampio si manifesta radicalmente nelle cosiddette determinazioni modali. Infatti solo all'obiettivo può essere attribuita la fattualità. La fattualità è solo l'estremità di un segmento di dati quantitativamente variabili e cioè le possibilità alla cui opposta estremità sta la possibilità-zero (non-fattualità). Ogni maggiore possibilità, inclusa la fattualità, costituisce il potius, mentre per ogni minore possibilità (esclusa la possibilità zero) si parla di deterius. Ogni possibilità coincide con la possibilità dell'opposto che la completa come unità
  • La necessità è una determinazione modale per taluni obiettivi. La sua essenza è descrivibile solo con l'ausilio dell'apprensione. Essa non è un incremento di fattualità e compare anche in obiettivi semplicemente possibili.
  • Obietti e obiettivi non sono le uniche classi fondamentali di oggetti. Ci sono anche gli oggetti dignitativi e i desiderativi, i quali sono per natura oggetti di ordine superiore ( e dunque sono più affini agli obiettivi), fondati su obietti ed eventualmente su obiettivi. Ognuna di queste classi è determinata mediante un'opposizione sua propria analoga a quella di posizione e negazione, ma non riconducibile ad un'opposizione di positum e negatum
  • Ai dignitativi appartiene l'antica triade VERO-BELLO-BUONO, mentre ai desiderativi appartiene il dover-essere e lo scopo.

A queste tesi di Meinong vale la pena fare le seguenti osservazioni:

  1. Meinong forse sbaglia a considerare come estremo delle possibilità fattualità e non-fattualità. Tali estremi dovrebbero essere necessità e impossibilità, che invece Meinong non sa collocare.
  2. La fattualità essendo contingente compare anche in obiettivi semplicemente possibili, ma non la necessità (come dice Meinong).
  3. Bisogna ipotizzare che dagli oggetti si sviluppino più gerarchie di oggetti (obietti, obiettivi, dignitativi e desiderativi). Queste gerarchie sono equivalenti e cioè sono la stessa gerarchia vista da diverse prospettive.

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