Friday, April 27, 2007

Meinong e i tipi di oggetto

Per Meinong
  • il concetto di oggetto in generale va determinato a partire dall'apprensione (intenzionalità) e dunque le classi principali di oggetti sono caratterizzabili a partire dalle classi principali di vissuti apprendenti (intenzionali). Tutti i vissuti elementari sono apprendenti (intenzionali)
  • Tali vissuti sono divisibili in a) rappresentazione (a cui corrispondono gli obietti) b) il pensiero (a cui corrispondono gli obiettivi) c) sentimento (a cui corrispondono i dignitativi) e d) desiderio (a cui corrispondono i desiderativi )
  • I vissuti interni vanno pure annoverati tra gli obietti anche se non sono rappresentabili, ma siano accessibili alla nostra apprensione attraverso l'autopresentazione, oppure con l'ausilio di vissuti fantastici.
  • Ci sono oggetti di ordine superiore, tipo le relazioni o i complessi. Ad es. la diversità è un superius rispetto agli oggetti che sono diversi tra loro oppure ad es. la melodia è un superius rispetto alle note che la compongono. I superiora sono a loro volta più alti. Le serie di ordine così formate sono sempre aperte verso l'alto. Nella direzione opposta invece esse devono condurre a degli infima. Infatti un relato che fosse costruito solo su relati, una molteplicità (classe) che consistesse solo di molteplicità sarebbe una serie infinita scorretta. Pertanto non si danno relazioni senza membri non relativi ed è dunque escluso un relativismo assoluto. A ciò non si oppone l'infinita divisibilità di un segmento in quanto un segmento non è una classe.
  • Gli obietti sono tali che la loro natura permette o proibisce loro di esistere ed essere percepiti così che nel caso spetti loro un essere questo può essere non l'esistenza, ma solo la sussistenza. La diversità tra rosso e verde sicuramente è, ma non esiste, quanto piuttosto sussiste, così come il numero dei libri di una biblioteca non esiste accanto ai libri e così il numero delle diagonali di un poligono.
  • Il numero e le relazioni sono relazioni (la diversità) e complessi (il numero) solo ideali, in opposizione ad es. a relazioni reali quali un determinato rapporto tra colore e luogo che si rivela reale in quanto percepito.
  • Ciò che è accessibile alla percezione in questo modo si mostra dipendente dalla percezione in quanto solo attraverso la percezione si può sapere che una cosa di un certo colore si trova precisamente in questo determinato luogo, mentre la diversità tra rosso e verde non esige la percezione, ma è desumibile dalla natura del rosso e del verde. In tal caso il superius emerge dagli inferiora in maniera intelligibile a priori e dunque il complesso ideale è fondato per mezzo dei suoi inferiora.
  • Gli obietti possono essere completamente o incompletamente determinati. Ogni cosa reale è tale che qualsiasi determinazione gli spetta AUT non gli spetta (terzo escluso), mentre ogni oggetto concettuale (es. triangolo) non ha in sè, nè non ha in sè infinite determinazioni (es. rettangolarità, equilarità) e quindi non sottostà al terzo escluso.
  • Gli obietti incompleti nel caso non contengano una contraddizione interna sono indeterminati anche in relazione al loro essere. Agli oggetti incompleti spetta un essere implicito oppure un esser-così implicito. C'è una relazione innegabile tra tali oggetti incompleti e le idee platoniche o gli universali medievali. Esistono o sussistono obietti completi che hanno come determinazioni simili obietti incompleti, i quali sono implicati in essi.

Vale la pena su queste tesi fare le seguenti considerazioni:

  1. Se i vissuti interni non sono accessibili alla nostra apprensione, perchè vanno annoverati tra gli obietti ? E l'ausilio di vissuti fantastici non riguarda il pensare e gli obiettivi ?
  2. Ma i superius non sono più degli obiettivi che non degli obietti ?
  3. C'è una certa analogia con le posizioni di Russell, infatti la serie ordinata di inferiora e superiora ricordano la gerarchia dei tipi, gli infima ricordano l'atomismo logico, mentre il rinvio ad infinitum delle relazioni ricorda la tesi di Bradley criticata da Russell.
  4. Nel merito, non c'è una ragione cogente perchè ci debbano essere degli infima. Inoltre altro è il Relazionismo illimitato (concezione ontologica), altro è il relativismo (concezione epistemologica). Qui meinong fa confusione.
  5. Meinong forse vuole dire che gli obietti potendo esistere o non esistere (contingenza) hanno come proprio l'essere della sussistenza ? Egli spiega poi che la diversità tra rosso e verde sicuramente è, ma non esiste, quanto piuttosto sussiste, così come il numero dei libri di una biblioteca non esiste accanto ai libri e così il numero delle diagonali di un poligono. Meinong in questo modo evidenzia la differenza tra diversi gradi di esistenza.
  6. La percezione non è condizione logico-ontologica della relazione reale, ma solo epistemica (contrassegno), cioè in quanto percepite alcune relazioni si rivelano come reali e non le relazioni si rivelano "reali in quanto percepite".
  7. Meinong allude poi ad un apriori materiale che sarà ripreso da Husserl.

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