Sunday, November 11, 2007

Frege, i concetti e l'esistenza

Durante la disquisizione con Punjer, Frege dice che, per quel che riguarda enunciati come "Ci sono radici quadrate di 4", la differenza con giudizi come "Ci sono uomini" non sta nel "ci sono", ma nella diversità dei concetti "uomo" e "radice quadrata di '4'". Per uomo intendiamo qualcosa di autonomamente sussistente, per radice quadrata di 4 no.
Se si dice che ci sono oggetti di rappresentazioni che non sono stati prodotti da un'affezione dell'Io e dunque non esistono, nel caso "esistono" venga inteso come "esserci" ci troveremmo dinanzi ad una contraddizione.
"Ci sono esseri viventi" è poi per Frege l'enunciato che "qualunque cosa si intenda con A, A non cade sotto il concetto 'essere vivente'" è falso. Il significato che si dà in questo caso ad A non deve essere soggetto ad alcuna restrizione. Dovendosene dire qualcosa potrebbe solo trattarsi di qualcosa di ovvio (un qualunque oggetto la cui definizione non implica alcuna contraddizione) intendendosi per ovvio ciò che non determina ulteriormente ciò su cui verte. Un affermazione verte sempre su qualcosa dal momento che "Ci sono affermazioni che non vertono su qualcosa" significherebbe "Ci sono giudizi nei quali non si può distinguere il soggetto dal predicato".
"Alcuni uomini sono tedeschi" equivale a "Ci sono uomini tedeschi", come pure "Sachse è un uomo" implica "Ci sono uomini", come pure "Sachse è un uomo" e "Sachse è un tedesco" implicano "Alcuni uomini sono tedeschi" o "Ci sono uomini tedeschi". Qualcuno potrebbe obiettare che "Alcuni uomini sono tedeschi" non significa la stessa cosa di "Ci sono uomini tedeschi" e che non è lecito inferire dal solo enunciato "Sachse è un uomo" che "Ci sono uomini", ma che si ha bisogno anche dell'enunciato "Sachse esiste"
A queste obiezioni Frege replica che se "Sachse esiste" sta a significare "La parola 'Sachse' non è un mero suono, ma designa qualcosa" allora è giusto esigere che la condizione "Sachse esiste" sia soddisfatta. Ma qui non abbiamo a che fare con una nuova premessa, bensì con un ovvia presupposizione insita in tutte le nostre espressioni. Le regole della logica presuppongono sempre che le parole usate non siano vuote, che gli enunciati siano espressione di giudizi, che non si facciano solo giochi di parole. Non appena "Sachse è un uomo" diventa un giudizio effettivo, la parola "Sachse" deve designare qualcosa e quindi non ho bisogno di ulteriori premesse per potre dedurre "Ci sono uomini". La premessa "Sachse esiste" è superflua e sta a significare null'altro che quell'ovvia presupposizione di tutto il nostro pensiero. Saprebbe darmi un esempio in cui l'enunciato della forma "A è un B" ha senso ed è vero (dove A è il nome di un individuo), mentre l'enunciato "Ci sono B" è falso ? "Alcuni uomini sono tedeschi" può essere espresso anche così : "Una parte degli uomini cade sotto il concetto 'tedesco' ". Qui però per "parte" non si deve intendere una parte vuota, bensì una parte che contiene individui. Se così non fosse, non esisterebbe alcun uomo che è tedesco e si dovrebbe dire "Nessun uomo è tedesco". Ma questo è appunto il contraddittorio di "Alcuni uomini sono tedeschi". Pertanto si può per converso, inferire da "Alcuni uomini sono tedeschi" la proposizione "Ci sono uomini tedeschi".


Perchè la parola "esiste" ha diverse accezioni ? Ed utilizzare una parafrasi dove non ci sia "esiste" è sufficiente per risolvere il problema, se poi tale parafrasi può essere ritradotta con "esiste" ? Se solo un'opzione volontaristica può portarci ad utilizzare un determinato enunciato ?
Frege poi sembra avallare la concezione parmenidea dell'Essere quando dice che un affermazione verte sempre su qualcosa dal momento che "Ci sono affermazioni che non vertono su qualcosa" significherebbe "Ci sono giudizi nei quali non si può distinguere il soggetto dal predicato". Ma allora anche le affermazioni su concetti vertono su qualcosa e dunque anche i concetti possono essere gli oggetti di una proposizione. Dunque dire che un affermazione non è affermazione su oggetti, ma solo un'affermazione su concetti è quantomeno vaga se non del tutto errata. Inoltre in ogni proposizione è sempre implicito un livello minimo di esistenza. Frege la interpreta come un impegno del parlante a presupporre l'esistenza di ciò di cui si parla, ma la logica non si può fondare su un impegno soggettivo e contingente : ci devo essere oggettive condizioni di possibilità che consentano di enunciare un'asserzione e tale condizione di possibilità è appunto l'Essere o meglio il livello minimo di esistenza, quello che ci consente di affermare qualcosa di qualche altra cosa. Naturalmente questo livello è molto tenue, debole, tale da poter essere facilmente rimosso, ma la filosofia deve appunto platonicamente (la reminiscenza) garantire il ritorno del rimosso.
Frege fa poi un parallelismo sbagliato tra ("Leo Sachse è un uomo" implica "Leo Sachse esiste") e ("Alcuni uomini sono tedeschi" implica "ci sono uomini tedeschi"). Il parallelismo corretto sarebbe con ("Alcuni uomini sono tedeschi" implica "Ci sono uomini"). Ma c'è un ulteriore passo da fare : anche "Nessun uomo è tedesco" deve implicare "Ci sono uomini tedeschi", anche se ad un livello diverso di esistenza, giacchè non si può asserire nulla degli uomini tedeschi (o del concetto "uomo tedesco") se non fossero esistenti almeno ad uno dei livelli di esistenza. Un concetto sotto cui non cade alcun oggetto è solo un rapporto di mancata corrispondenza tra due livelli di esistenza, per cui dire che il concetto è vuoto equivale a dire che l'oggetto in questione è il concetto (passaggio dal linguaggio al metalinguaggio)

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