Sunday, September 16, 2007

Frege e la verità degli enunciati condizionali

Negli ultimi casi esaminati, dice Frege, la verità dell'intero complesso includeva quella degli enunciati componenti. Ciò non accade quando un enunciato condizionale esprime un pensiero completo contenendo un nome proprio (o qualcosa di equivalente) invece di un termine effettuante un'indicazione indeterminata. Nell'enunciato "Se il sole adesso è già sorto, il cielo è molto nuvoloso", il tempo è il momento presente e quindi è ben determinato. Qui si può dire che viene posta una relazione tra i valori di verità delle premessa e del conseguente. La premessa non può denotare il Vero e il conseguente il Falso. Ma l'enunciato complesso è vero tanto se il sole non è sorto e il cielo è molto nuvoloso, quanto se il sole è sorto e il cielo è molto nuvoloso.
Poichè qui ci interessano solo i valori di verità, si può sostituire ogni enunciato componente con un altro di eguale valore di verità senza con questo mutare il valore di verità dell'intero. E' certo che anche qui la coloritura risulterebbe inopportuna. Il pensiero apparirebbe insulso, ma non avrebbe niente a che vedere con il suo valore di verità. Bisogna sempre tenere presente che i pensieri suscitano pensieri concomitanti, che non sono però effettivamente espressi e che perciò non possono essere compresi nel senso degli enunciati : non si può dunque tener conto del loro valore di verità. Si potrebbe esprimere il pensiero del nostro enunciato anche così "O il sole adesso non è ancora sorto oppure il cielo è molto nuvoloso". In questo caso si vedrebbe come va inteso questo genere di connessione tra enunciati. L'enunciato subordinato ha come senso non un pensiero, ma solo una parte di pensiero e quindi non ha come denotazione un valore di verità. Questo dipende o dal fatto che nell'enunciato subordinato le parole hanno la loro denotazione indiretta, cosicchè la denotazione e non il senso dell'enunciato subordinato è un pensiero, oppure dal fatto che quest'enunciato è incompleto a causa della presenza di un termine effettuante un'indicazione indeterminata, cosicchè l'enunciato subordinato esprime un pensiero solo in combinazione con l'enunciato principale.
Ci sono però anche casi in cui il senso di un enunciato subordinato è un pensiero completo. Allora quest'enunciato può essere sostituito con un altro dello stesso valore di verità, senza pregiudicare la verità dell'intero complesso, purchè non si oppongano motivi di carattere grammaticale.

E' interessante vedere che ci possano essere proposizioni molecolari logicamente vere anche se sembrano essere senza senso (o insulse, come dice Frege). Da tale consapevolezza dobbiamo trarre l'ammonimento a non valutare il problema della non-contraddizione sulla base dell'impressione psicologica che ci danno le proposizioni contraddittorie.

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