Sunday, September 16, 2007

Frege e " l'illudersi che..."

Frege poi esamina casi in cui tali sostituzioni non sono possibili.
Ad es. nell'enunciato "Bebel si illude che con la restituzione dell'Alsazia-Lorena possano venir placati i desideri di vendetta della Francia" sono espressi due pensieri dei quali non si può dire che l'uno appartenga all'enunciato principale e l'altro a quello subordinato. Essi sono :
A) Bebel crede che con la restituzione dell'Alsazia Lorena possano venir placati i desideri di vendetta della Francia
B) Con la restituzione dell'Alsazia Lorena non possono venir placati i desideri di vendetta della Francia.
Nell'espressione del primo pensiero le parole dell'enunciato subordinato hanno la loro denotazione indiretta, mentre le stesse parole nell'espressione del secondo pensiero hanno la loro denotazione abituale.
Si vede perciò che nell'originario enunciato complesso, l'enunciato subordinato va propriamente preso in due modi : una volta come denotante un pensiero, l'altra un valore di verità. Poichè ora il valore di verità non è l'intera denotazione dell'enunciato subordinato, non possiamo semplicemente sostituirlo con un altro avente lo stesso valore di verità. Analogamente accade con espressioni come "sapere", "riconoscere" etc

Una proposizione come "Bebel si illude che con la restituzione dell'Alsazia-Lorena possano venir placati i desideri di vendetta della Francia" si può ontologicamente spiegare con il fatto che il mondo possibile a cui ha accesso Bebel non è il mondo possibile che percepirà in futuro.

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