La distinzione di contenuto ed oggetto in Twardowski
Twardowski poi dice che contenuto ed oggetto di una rappresentazione sono distinti sia nel caso l'oggetto esista, sia che non esista. Egli dice che se si dice "Il sole esiste" non si pensa al contenuto di una sua rappresentazione, ma a qualcosa di totalmente distinto da questo contenuto. Le cose non stanno in maniera così semplice nel caso delle rappresentazioni i cui oggetti non esistono perchè si potrebbe pensare che ci sia una differenza logica e non reale tra contenuto ed oggetto.
Sulla natura solo logica di tale differenza Twardowski obietta che:
- Se contenuto ed oggetto fossero lo stesso, perchè non sarebbero lo stesso quando l'oggetto esiste ed è chiaramente distinto dal contenuto ?
- Se neghiamo l'oggetto, ma ce lo dobbiamo rappresentare, il contenuto esisterebbe, ma l'oggetto no. Come si spiega senza presupporre la differenza tra contenuto ed oggetto anche nel caso dell'inesistenza dell'oggetto ?
- Una montagna d'oro è fatta d'oro ed è spazialmente estesa, non così il contenuto della rappresentazione di una montagna d'oro.
- In un oggetto contraddittorio, le determinazioni contraddittorie non sono attribuite al contenuto della rappresentazione : il contenuto della rappresentazione di un quadrato con gli angoli obliqui non è nè quadrato, nè ha gli angoli obliqui. Cosa che invece riguarda l'oggetto della rappresentazione.
- Prendendo spunto dall'osservazione di Liebmann per il quale il contenuto di nostre rappresentazioni visive, oltre all'estensione spaziale, ha predicati geometrici (posizione, figura) che non sono propri dell'atto di rappresentazione. Liebmann in realtà chiama "contenuto" quello che in realtà è l'oggetto, ma per il resto le sue osservazioni sono corrette, solo che ad esse manca il medium tra atto ed oggetto di rappresentazione in virtù del quale un atto si rivolge a questo determinato oggetto ed a nessun altro. Tale medium non è identico all'atto, anche se costituisce insieme all'atto una singola realtà psichica, ma mentre l'atto di rappresentazione è reale, al contenuto della rappresentazione fa difetto la realtà; all'oggetto invece talvolta spetta la realtà, talvolta no. Ed anche in questa relazione rispetto alla realtà che si esprime la differenza tra contenuto ed oggetto.
- Altra prova della differenza tra contenuto ed oggetto sono le rappresentazioni interscambiabili, che hanno la stessa estensione, ma contenuto differente. Es. "La città situata sul luogo della romana Juvavum" e "il luogo di nascita di Mozart" hanno significato (sinn) diverso ma designano la stessa cosa (denotatum). Ora il sinn coincide con il contenuto della rappresentazione mentre il denotatum è l'oggetto. Le rappresentazioni interscambiabili sono rappresentazioni nelle quali è rappresentato un contenuto differente, ma per mezzo delle quali è rappresentato lo stesso oggetto.
- I due contenuti infatti constano di elementi assai diversi : ne "La città che si trova nel luogo di Juvavum" sono collegati i Romani ed un accampamento fortificato, mentre ne "Il luogo di nascita di Mozart" appaiono un compositore e la nascita di un bambino. Entrambi i contenuti però si riferiscono allo stesso oggetto. Le stesse proprietà che appartengono al luogo di nascita di Mozart appartengono anche alla città situata dove si trovava Juvavum. l'oggetto della rappresentazione è lo stesso, ma differente è il loro contenuto.
- E' facile applicare tale ragionamento alle rappresentazioni il cui oggetto non esiste. Ad es. un cerchio in senso stretto non esiste in nessun luogo, ma lo si può rappresentare sia come figura espressa da un'equazione, sia come una linea i cui punti sono egualmente distanti da un punto determinato. Tutte queste rappresentazioni differenti nel contenuto, si riferiscono alla stessa cosa.
- Ci sono però difficoltà nell'applicare l'argomento delle rappresentazioni interscambiabili nel caso in cui l'oggetto contiene determinazioni contraddittorie. Se si rappresenta un quadrato che ha gli angoli obliqui ed un quadrato che ha le diagonali disuguali, si hanno due rappresentazioni, in parte differenti, in parte identiche. Ma è difficile stabilire se questi contenuti differenti si riferiscono allo stesso oggetto in quanto mancano tutte le altre rappresentazioni dell'oggetto e perciò non è possibile il prendere conoscenza dell'oggetto della rappresentazione, e non è possibile fare un confronto tra le proprietà di due rappresentazioni interscambiabili, perchè manca la connessione logica tra le note caratteristiche.
- Si può in realtà constatare in altro modo l'identità dell'oggetto rappresentato da entrambe le rappresentazioni interscambiabili: infatti si può formare la rappresentazione di un oggetto con determinazioni contraddittorie, il cui contenuto è rappresentato da più di un paio di tali determinazioni incompatibili (ad es. una figura quadrata con gli angoli obliqui e le diagonali disuguali). Qui le determinazioni 'quadrato' e 'angoli obliqui' e 'quadrato' e'con diagonali disuguali' contrastano a due a due.
- Mediante la rappresentazione che ha per contenuto entrambe le coppie di determinazioni, viene rappresentato un singolo oggetto non esistente. Tuttavia si può dividere questa rappresentazione in due parti, rappresentandosi ogni volta solo una delle coppie di proprietà reciprocamente contraddittorie. Ci si può rappresentare la figura quadrata con angoli obliqui e diagonali disuguali, una volta rappresentandosi "un quadrato con angoli obliqui" ed un'altra volta "un quadrato con diagonali disuguali". Secondo questa premessa, ci si rappresenta lo stesso oggetto mediante rappresentazioni solo parzialmente identiche fra loro per quel che riguarda il loro contenuto e dunque tra loro interscambiabili (giacchè l'oggetto è lo stesso). In questo modo, l'argomento delle rappresentazioni interscambiabili a favore della distinzione tra contenuto ed oggetto si può applicare anche alle rappresentazioni i cui oggetti non possono esistere perchè le loro determinazioni sono incompatibili tra loro.
- Infine (quest'argomento è di Kerry) , come ci sono più contenuti per un oggetto, la rappresentazione generale, sotto cui cade una pluralità di oggetti, ha nondimeno un singolo contenuto, per cui ad un contenuto corrispondono più oggetti.
Le considerazioni che vanno fatte su queste tesi di Twardowski sono le seguenti :
- Ci sono casi in cui contenuto ed oggetto sono lo stesso e casi in cui questo non si verifica. Sono lo stesso se ad un oggetto esistente sul piano ideale (questo e non altro è il contenuto) non corrisponde un oggetto esistente a livello fisico (l'oggetto così come è considerato da Twardowski). Non sono lo stesso se invece all'oggetto esistente sul piano ideale corrisponde un oggetto esistente sul piano fisico (effettivo).
- Nel caso in cui, negando l'oggetto a livello fisico, ce lo rappresentiamo a livello ideale, c'è un solo oggetto (quello a livello ideale) , per cui contenuto ed oggetto sono uno.
- In realtà il contenuto non è altro che un oggetto a livello n di cui ci serviamo per individuare un oggetto a livello n+1. Per cui ci sono coppie equivalenti contenuto/oggetto (gli oggetti sono isomorfi), ma l'oggetto a livello n+1 viene impropriamente chiamato oggetto, mentre la differenza è tra livelli di esistenza degli oggetti e tra funzioni conoscitive assunte tra due diversi livelli di esistenza degli oggetti (dove un oggetto, il più astratto, è strumento per l'individuazione di un altro oggetto isomorfo ad un livello meno astratto di esistenza) . Diciamo che l'oggetto che svolge la funzione di contenuto nel mentre svolge tale funzione non può essere oggetto di conoscenza (questa è la difficoltà evidenziata da Russell nel tentare di rendere denotatum un sinn)
- Nella dimensione del contenuto le singole proprietà di un oggetto sono isolabili tra loro , costituiscono un oggetto a sè e vengono unificate a livello fisico-empirico. ma il contenuto di un oggetto costituisce il plesso delle stesse proprietà e dunque una montagna d'oro ideale è estesa come una montagna d'oro reale.
- Nel caso dell'oggetto contraddittorio, anche al contenuto sono attribuibili le proprietà contraddittorie, solo che differentemente dal livello dell'oggetto tali proprietà sono isolate dal contesto, non producono lo Pseudo-Scoto e sono inseribili in un contesto non-contraddittorio attraverso la loro ontologizzazione meta-linguistica. La rappresentazione è non-contraddittoria perchè l'oggetto contraddittorio è diventato "contenuto". La rappresentazione è diversa dal contenuto perchè è sempre l'unione tra un contenuto ed una funzione. La rappresentazione di A è f(A) , per cui la rappresentazione di un oggetto contraddittorio è f(''circolo quadrato'') che si potrebbe rendere come f(f[circolo quadrato]), mentre la rappresentazione contraddittoria di un oggetto contraddittorio è f(circolo quadrato) .
- Altra spiegazione è che anche il contenuto di un oggetto contraddittorio è contraddittorio, tant'è che il livello di esistenza di un oggetto contraddittorio non è quello degli oggetti ideali (o sussistenti), ma quello dell'Essere o della Totalità infinita (livello minimo o basico di esistenza) .
- Non ci sono diversi atti a seconda dell'oggetto designato. Il problema è che ad un atto di designazione può corrispondere l'assenza dell'oggetto empirico designato. Per spiegare questo paradosso (una denotazione senza denotatum) bisogna ipotizzare che ogni denotazione usi un oggetto a livello ideale di esistenza (livello che costituisce un insieme con infiniti elementi) per individuare un oggetto isomorfo al primo a livello empirico di esistenza (livello con numero finito ma illimitato di elementi). Cioè non vi può essere una denotazione a vuoto (una negazione) senza che la denotazione stessa evidenzi ad un livello più astratto di esistenza cosa si intenda individuare ad un livello più concreto d'esistenza.
- La rappresentazione è un oggetto a livello empirico di esistenza che, attraverso un oggetto a livello ideale di esistenza (il contenuto) designa un oggetto che può essere a livello fisico-empirico di esistenza.
- Il contenuto di una rappresentazione è una proposizione in cui l'oggetto viene entificato (virgolettato) e dunque nel caso di una contraddizione, l'oggetto contraddittorio può essere argomento di una funzione proposizionale non contraddittoria. Dunque l'oggetto è contraddittorio, ma il contenuto no.
- Twardowski ha ragione : ci sono contenuti separabili che si unificano nello stesso oggetto, ma non prima di essersi uniti in uno stesso contenuto aggregato... Nel caso del contenuto aggregato, esso non può essere identico all'oggetto ?
- Il contenuto si riferisce ad alcuni aspetti, proprietà, relazioni di un oggetto, relazioni e proprietà che, essendo separabili , possono essere Universali che raggruppano tutte le proprietà e relazioni simili (come le idee platoniche).
- Un cerchio in senso stretto non esiste a livello empirico di esistenza, ma esiste a livello ideale di esistenza ed è l'entificazione (oggettivazione meta-logica) di una proprietà (circolare). L'equazione invece è la rappresentazione algebrica (scritta) di un cerchio, mentre una linea circolare è la rappresentazione geometrica (visiva) di un cerchio.
- Il fatto che due contenuti si riferiscano allo stesso oggetto è contingente (non c'è relazione necessaria tra la città dove è nato Mozart e quella situata dove c'era l'insediamento di Juvavum) : da ciò la difficoltà di collegare contenuti come "quadrato con angoli obliqui" e "quadrato con diagonali disuguali". Ma ciò accade con tutti gli oggetti ideali e/o narrativi dove l'unione dei contenuti non è data nell'empiria . Non ho ben capito perchè Twardowski si soffermi solo sugli oggetti contraddittori o sugli oggetti con tre proprietà contraddittorie a due a due. Prendiamo il caso del quadrato con angoli obliqui e con diagonali disuguali. La contraddizione sta nel fatto che con quadrato si intende per definizione una figura con proprietà contraddittorie con "avere gli angoli obliqui" e "avere le diagonali disuguali" (solo che una volta entificato, si può dire senza contraddizione "quadrato con angoli obliqui", perchè 'quadrato' ha introiettato e tolto metalinguisticamente il predicato immediatamente contraddittorio con "avente angoli obliqui") . Unificare "quadrato con angoli obliqui" e "quadrato con diagonali disuguali" è solo un di più, fatto presupponendo che è più opportuno collegare "angoli obliqui" e "diagonali disuguali" per compensare le contraddizioni "quadrato con angoli obliqui" e "quadrato con diagonali disuguali" quando queste contraddizioni non sono propriamente tali. Nel caso invece di "circolo quadrato" la contraddizione è il frutto della possibilità di fare di una proprietà (circolare) un oggetto (il cerchio) a cui applicare un'altra proprietà. Perchè la teoria dei tipi di Russell non si oppone però alla oggettivazione delle proprietà che si ha con la costituzione delle figure geometriche ?
- L'ultimo argomento di Kerry è quello che ho già argomentato nella proposizione (11). L'astrazione (generalizzazione) si ha quando il contenuto viene considerato come oggetto ? Quando si denota il sinn ? Potrebbe essere un'ipotesi.
Labels: contenuto, contraddizione, denotazione, essere, livello minimo di esistenza, oggettivazione metalogica, oggetto, rappresentazione, rappresentazioni interscambiabili, sinn, totalità infinita, Twardowski
0 Comments:
Post a Comment
<< Home